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Vulcani bollenti

articolo di Alessandro Dentice


Chi come noi condivide una tale passione sa che genere di emozioni è capace di trasmetterci.

È così, perchè nella nostra pesca ogni piccolo dettaglio può fare la differenza tra il fallire e avere successo, ed è ancora più emozionante quando uno di questi piccoli dettagli viene minimamente calcolato e centra il nostro obiettivo, soprattutto quando si tratta di qualcosa di nuovo o di diverso dal normale agire.

Oggi voglio raccontarvi della mia ultima sessione, che ho deciso di affrontare in delle bollenti acque vulcaniche.

Appena arrivato mi accorgo di quanto sia magnifico il posto e di quanto possa amare un luogo del genere mille volte più delle giornate al mare.

La caratteristica principale del grande bacino è la presenza di numerosissimi canneti lungo tutto il perimetro e di fitti banchi di alghe che scivolano maestosi dal sotto riva fino a profondità più generose, con filamenti che si distendono dal fondale fino a qualche metro prima della superficie, creando delle grosse colonne verdi alte anche fino a otto metri.


Da subito apro la mia attrezzatura ancora prima di montare il campo per essere in pesca il prima possibile.

Il posto come dicevo prima regala una innumerevole varietà di spot potenzialmente produttivi. Ero molto eccitato da tutte queste possibilità, ma al tempo stesso spaventato dal pensiero di non riuscire a scegliere quelli effettivamente produttivi.

Nonostante un pò l'amarezza di non poter condividere tutto quello spazio con qualche mio compagno di pesca e magari riuscire anche a coprire gran parte degli spot, mi armo di sana pazienza, canna in mano, secchio con le mie immancabili curryworld da 24 di casa FeedUp mischiate con una generosa manciata di TigerNut della linea ReadySeed e comincio a girare in cerca dei tre spot che per me possano essere la chiave della sessione... diciamo un bel terno al lotto con tutta quella varietà di posto.


Decido così di affrontare il lago calando i miei inneschi più differentemente possibile, una canna marginale nei pressi di un buco nel canneto, una canna più profonda subito dopo la fine di un fitto algaio, ed una canna su un passaggio obbligatorio dove ero sicuro che potesse essere una scelta azzeccata.

Alle 5 del pomeriggio avevo finito di calare le mie canne e mi sentivo super soddisfatto del lavoro svolto, in quanto credevo fortemente nelle mie scelte ed ero sicuro dei miei inneschi; In due canne avevo deciso due omini di neve dal diametro 24-14 al gusto curryworld con in testa una curryworld fluo yellow da una parte, e purple dall'altra per dare quella nota più spiccata di BlackPepper e due tiger bilanciate sulla terza canna al gusto Fragola Crab.. Non potevano fallire!


Dopo neppure 2 ore comincio a sentire dei primi schiaffi sull’acqua, le carpe erano entrate nella zona e si facevano sentire... erano molto attive saltavano frequentemente, a volte più lontane a volte più vicine dai segnalini dove avevo calato i miei terminali.

L’attività era intensa, ma le canne rimanevano mute… Ero super combattuto se dover cambiare qualcosa, magari posizionando una canna in prossimità di un salto, ma ero troppo sicuro di quello che avevo fatto nel pomeriggio che decisi dar fiducia alle mie scelte!

Finalmente cala la notte.

La mia speranza saliva sempre di più, accompagnata però da un sentore di delusione per tutti quei salti che mi indicavano una grande attività. Di contro aumentava anche il timore di non avere partenze e quindi di aver sbagliato totalmente approccio.

Come stavo già da un po' fantasticando, poco dopo aver chiuso gli occhi il segnalatore comincia a strillare, illuminando a giorno tutta la tenda posta in prossimità delle canne.

Nessun bip accompagnato da altri bip, un suono continuo accompagnato dallo stridere della la frizione, segno evidente che dall’altro capo della lenza qualche splendida creatura tirava con forza. Capii subito che si trattava della canna più lontana e immediatamente pensai ad un bel pesce.

Di corsa fuori dalla tenda, guadino nel gommone e via verso lago aperto, nel punto in cui mi trainava senza sosta.

Arrivato sopra alla carpa sentii la vera potenza di un pesce che sotto di se ha metri da guadagnare in profondità.

Sarà stato l’orario, ma questo primo combattimento mi ha sfiatato, dopo avermi portato in giro per 15 minuti in tutto il lago finalmente la riesco a vedere una prima volta, attraverso le increspature formate dal vento sull'acqua, illuminandola con la torcia da testa vedo il su lungo corpo che nuotava girando intorno al gommone, schizzando ogni tanto in qualche ripartenza fulminea. Oramai era esausta, aveva dato tutto nei 20 minuti di combattimento, finchè non la vidi all'interno del guadino, ero in fibrillazione.


Un esemplare magnifico e nonostante fosse notte si notava subito la particolarità del suo colore nero carbone delle sue squame.

Tornato a riva, solita routine riarmo la canna, ovviamente il mio snow-man gusto curryworld aveva fatto benissimo il suo lavoro e così lo ri-innesco immediatamente. Illuminato da una timida luna che lasciava un colore super brillante ad un cielo magnificamente stellato riparto sul mio gommone per posizionare il mio inganno.

E via di nuovo in tenda a dormire.


Le prime luci dell’alba scaldano la tenda e il mio pensiero va alle altre due canne che non avevano prodotto nessun risultato, sapevo che era ancora ora presto e che erano in pesca da poco ma con tutta quell’attività non ero soddisfatto del tempo trascorso.

Così prima di iniziare la colazione esco fuori in barca a farmi un giro, e noto qualcosa di veramente strano....

...Non lontano da uno spot dove avevo calato una mia canna noto delle bollicine che piano piano si spostavano e decido di andare a dare un occhiata. Arrivato sopra ero indeciso sulla loro provenienza, consideravo sempre di trovarmi in un vecchio vulcano e che le terra da sotto la melma potesse emanare qualche gas da creare delle bollicine in superficie. Guardando bene, notai subito una strana colonna di fango che si alzava verticale, anche questo poteva essere sicuramente frutto di qualche gas dal sottosuolo, ma in quel caso mi affidai all'intuito e a voler fare qualcosa di nuovo, così cominciai a tastare un po’ il fondale facendo un preciso plumbing in quella piccola area dove avevo visto questo strano fenomeno finché non trovai una mattonella di roccia dura. Intorno il deserto. Solo fango.

Bene, avevo trovato la chiave della sessione, da lì ai giorno successivi fu lo spot che mi regalò più soddisfazioni, nonostante anche le altre canne producessero degli ottimi risultati!

Ecco come facendo riferimento al discorso dell'inizio i dettagli possono fare davvero la differenza e provocano una doppia soddisfazione quando sono minuziosamente calcolati al dettaglio.



La nostra pesca è spirito di attenzione, ovviamente siamo abituati alla comodità e al relax della sessione ma un consiglio personale è quello di passare molto tempo nella ricerca dello spot e di non staccare mai comunque gli occhi dall'acqua anche una volta calate le canne.

In questo caso la mia testardaggine, un pò di fiuto, un pizzico di fortuna e la mia calma e piacere nel girare molto tempo alla ricerca dello spot perfetto ha portato a raggiungere dei livelli altissimi di soddisfazione... e si, devo anche ringraziare quel bel “toro” che stava arruffando il suo muso nella melma alla ricerca di cibo quella mattina!

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